Il Governo snatura l’autonomia e privatizza la scuola
Dichiarazione di Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL e Dario Missaglia, presidente nazionale Proteo Fare Sapere
Roma, 13 maggio – Dai percorsi progettati col “Piano scuola estate” alla imminente firma a Napoli del protocollo per il “Patto educativo per la città metropolitana”, il Ministero dell’Istruzione e il Governo promuovono progetti e collaborazioni con soggetti esterni ai quali consegnano, di fatto e di diritto, il primato dell’iniziativa nelle scuole.
Operazioni come “Il Patto educativo” infatti, pensato per arginare la dispersione scolastica e il disagio formativo, a prima vista potrebbero persino sembrare suggestive ed efficienti, ma hanno un torto: quello di non investire proprio su quella scuola che vorrebbero “aiutare”. A rappresentare plasticamente questo indirizzo tra gli invitati all’evento per la sottoscrizione del Patto non compare alcun rappresentante della scuola pubblica.
Si vuole, dunque, cambiare la scuola senza la scuola, senza i docenti, il personale Ata, i dirigenti scolastici. E certamente senza le Confederazioni sindacali, senza i sindacati di categoria, senza le associazioni professionali dei docenti. Senza cioè tutti quei soggetti che provano, sia pure tra limiti e ritardi, a ricostruire un nuovo rapporto tra scuola e territorio e a rivendicare strumenti e risorse per dare un futuro alla scuola pubblica. Tutto ciò nel sorprendente silenzio delle forze politiche.
Per Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL e Dario Missaglia, presidente nazionale Proteo Fare Sapere: “È in atto un preoccupante tentativo di modificare in profondità la costituzione materiale della scuola pubblica. Governo e Ministero si fanno artefici di una politica che cancella radicalmente la centralità dell’autonomia scolastica”.
“La FLC e l’Associazione Proteo Fare Sapere – concludono Sinopoli e Missaglia – sono pronte a contrastare duramente questa politica regressiva e si impegneranno affinché lo sciopero del 30 maggio faccia sentire forte la voce di quanti ancora credono nel ruolo insostituibile della scuola pubblica “.